Endocrinologo a Torino
Dott. Emidio Grossi
Medico di formazione umanistica, con lunga esperienza e solida competenza nel campo della medicina interna che gli permette un approccio di tipo olistico ad una branca prettamente specialistica.
Il paziente trova indicazioni e risposte alla globalità dei suoi problemi clinici in un contesto che spazia dall’inquadramento clinico delle patologie endocrine a quello di casi internistici complessi, alla diagnosi, anche con il contestuale supporto ecografico, e terapia delle patologie tiroidee, nonché alla disamina ed al trattamento dei disturbi elettrolitici, con più elettivo riferimento alle condizioni di iponatremia.
Particolarmente alle problematiche di natura tiroidea, sospettate per il riscontro di una anomalia degli esami di laboratorio o di un incidentale nodo tiroideo, la possibilità di eseguire, nel corso della prima valutazione (e sempre quando opportuno) un esame ecografico tiroideo (oltretutto comprensiva negli oneri di questa), contestuale ed integrato con la disamina clinica permette di porre una diagnosi complessiva immediata ovviando così all’esecuzione separata (ed ai relativi costi) di una ecografia, per lo più solo descrittiva, da parte di operatori medici non-clinici (radiologici). Sulla base del dato ecografico diretto, quando indicata, è possibile l’esecuzione di un agoaspirato di nodi tiroidei.
Istruzione e formazione
Maturità Classica presso il Liceo “Ovidio” di Sulmona (’73), Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’ Istituto Universitario di Medicina e Chirurgia di L’Aquila (’79) e Diploma di Specializzazione in Endocrinologia presso l’Università di Roma (’83), con il massimo dei voti e lode, in entrambi.
Esperienza lavorativa
• Date (da DICEMBRE ’86 a novembre 2000) Assistente Medico, presso le seguenti Divisioni di Medicina Generale: Ospedale Mauriziano di Lanzo T.se.; Presidio Ospedaliero di Pescina (USLL 2 di Avezzano – L’Aquila; Presidio Ospedaliero di Avigliana della USLL 36 di Susa; Ospedale “E.Agnelli” della USL 10 di Pinerolo; Divisione Ospedaliera di Medicina Generale C dell’ASO “S.Giovanni Battista” di Torino); Divisione di Medicina Generale Universitaria I^ della stessa Azienda (da DICEMBRE 2000 a tutt’oggi) Dirigente Medico presso la SC Universitaria di Endocrinologia Oncologica – Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
• Tipo d’impiego: Incarico dirigenziale di Ambulatorio di Patologia Tiroidea e disturbi idroelettrolitici nei pazienti neoplastici fascia funzionale corrispondente all’alta professionalità.
Pubblicazioni:
– Anaplastic thyroid carcinoma, clinical outcome of 30consecutive patients referred to a single institution in the past 5 years – European Journal of Endocrinology 2007.
-Syndrome of inappropriate anti-diuretic hormone secretion in cancer patients: results of first multicenter Italian study -Therapeutic Advances in Medical Oncology 2019.
– Urea in cancer patients with chronic SIAD-induced hyponatremia: old drug, new evidence – Clinical Endocrinology 2019.
Riconoscimenti:
– Best hyponatremia case Awards 2017.
Patologie trattate
Prestazioni
L’ecografia della tiroide ed il paziente: un esame ed un personaggio in cerca d’autore?
L’ecografia della tiroide, data la relativa semplicità, immediatezza e non-invasivita, è richiesta, da
parte del Curante, per lo più in seguito al riscontro di alterazione degli esami di funzione tiroidea
eseguiti per sintomi vari riferiti alla regione del collo (dolore, difficoltà della deglutizione o
respirazione) in presenza o meno di segni oggettivi locali (tumefazione) o generali (dimagrimento,
palpitazioni, intolleranza al caldo, tremori ….) .
Ma è altrettanto comune l’autoprescrizione dell’esame da parte del paziente per gli stessi sintomi
locali e/o generali (stanchezza, aumento di peso).
Corre ricordare che l’ecografia è un’immagine frutto più dell’abilità del medico esecutore
(ma che è funzione della conoscenza clinica del caso che va esaminando) e meno delle prestazioni
dell’ecografo, ormai generalmente di elevata qualità.
Ma soprattutto è solo una tessera del puzzle che non può rappresentare la condizione
complessiva del paziente.
Perché per una corretta conclusione (la diagnosi) è indispensabile la conoscenza, a cascata,
dei sintomi soggettivi dello stesso, degli eventuali segni obiettivi, oltre che dei dati ematochimici, a
cui l’immagine ecografica va solo ad integrarsi coerentemente.
Ne risulta una certa frustrazione per chi esegue l’esame, in quanto o non dispone degli altri
elementi clinici o ematologici (endocrinologo) o non possiede nemmeno, per il suo stato (radiologo)
le competenze cliniche indispensabili per “costruire” le immagini utili alla disamina complessiva del
caso. Alla fine ne viene fuori un referto solo descrittivo (quello che si vede) invece che interpretativo
(il significato di quello che si vede).
D’altro canto il Curante (non-endocrinologo) può trovarsi in seria difficoltà nel mettere
insieme dati (clinici, ecografici ed esami ematici), spesso non coerenti o addirittura conflittuali tra
loro. Così, dopo vari ed isolati episodi diagnostici (esami del sangue, ecografia) la condizione del
paziente può ancora trovarsi senza risposte.
Invece, per il bene di quest’ultimo, conseguenza possibile solo di una buona pratica medica,
è opportuno che l’ecografia tiroidea passi da frammento isolato e semplificativo di un problema
clinico ad elemento integrativo di una valutazione complessiva unitaria in cui l’endocrinologo possa,
a partire dalla completa conoscenza di dati clinici e biochimici (integrati e confermati con il valore
aggiunto dell’ecografia, solo quando eseguita manu propria), arrivare ad una diagnosi complessiva
per poter fornire le eventuali terapie e le indicazioni corrette per i successivi controlli.
Solo così, il paziente ed il medico che segue l’ecografia potranno cessare di essere come due
personaggi in cerca d’autore.
Si ricorda che la visita ha la durata di un’ora.